Erbe selvatiche: l’armadio dei medicinali della natura

La stagionalità delle erbe selvatiche

Le piante selvatiche naturali hanno una stagionalità che dipende dal loro luogo di origine, ma anche dal periodo dell’anno. Ad esempio, una pianta che cresce in primavera in una parte del mondo potrebbe non essere affatto presente durante la stessa stagione in un’altra parte del mondo. Questo perché luoghi diversi hanno climi e stagioni diversi.

L'utlità delle erbe spontanee

Le erbe selvatiche sono un ottimo modo per aggiungere sapore, nutrimento e benefici per la salute ai tuoi pasti. Possono essere usate al posto di erbe comuni come prezzemolo, timo e aneto, ma hanno anche alcune proprietà uniche che non puoi ottenere dalle varietà acquistate in negozio. 

I benefici delle erbe spontanee

Le erbe selvatiche possono aiutarti a rafforzare il tuo sistema immunitario e scongiurare il raffreddore, possono aiutare a ridurre la pressione sanguigna e i livelli di colesterolo, hanno proprietà antiossidanti che ti aiutano a mantenerti in salute e sono facili da coltivare in casa!

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Il cesto di medicina di Madre Terra è pieno di erbe guaritrici di incomparabile valore

Questi preziosi tesori verdi sono troppo spesso incompresi o ignorati

L’uomo nasce raccoglitore, lo fa dall’alba dei temi e continuerà a farlo fino alla fine del Mondo. Le uniche fonti di nutrimento dei primi uomini risiedevano, infatti, proprio nei doni offerti dalla natura ed i primi reperti rinvenuti sono dei gusci di Sambuco (Sambucus nigra L.), Corniolo (Cornus mas L.) e altri frutti secchi selvatici di villaggi mesolitici del nord Italia, testimonianza viva della raccolta di piante selvatiche nell’antichità. Con gli egizi l’agricoltura inizia a diventare una base per l’economia dell’impero ma la raccolta di piante selvatiche non fu abbandonata, poiché non tutte le piante che utilizzavano per i loro preparati potevano essere coltivate. Il patrimonio culturale lasciato dagli egizi fu enormemente ampliato dai ‘rhizotomoi’ greci (cercatori di radici), gli esperti di piante tra cui spicca Teofrasto nel III secolo a. C.

I medici latini ampliarono enormemente le conoscenze ed un esempio lampante della conoscenza latina ne è la Naturalis Historia di Plinio il Vecchio, che abbraccia la conoscenza di più di 2000 opere catalogando un numero enorme di piante raccolte. Il medioevo è stato il periodo buio della medicina ma la salvezza è da ricercare nel coraggio delle streghe, le curatrici, le raccoglitrici medioevali che uscivano all’imbrunire, per non essere notate, alla caccia di piante che potessero dare rimedio ai malati.

Non da meno importanti furono i monaci e la creazione degli “orti dei semplici” per la cura dei malati tramite gli infusi erboristici. Nel rinascimento la pratica della raccolta di erbe spontanee si fece viva ed utile alla scoperta di nuove piante curative ed alimentari. Il Mattioli, l’Aldovrandi e il Calzolari erborizzarono tra il ‘500 ed il ‘600 nel nord Italia, raccogliendo informazioni su una enorme quantità di piante autoctone e studiandole sia da un punto di vista botanico che medico. Nell’età industriale i raccoglitori iniziano ad essere una figura di riferimento come esperti botanici e vennero stipendiati dalle prime aziende farmaceutiche per la raccolta di piante selvatiche utili alla creazioni di preparati erboristici.

Rimane ora da chiedersi se questi raccoglitori esistono ancora e se ci sono ancora persone che fanno della raccolta di piante spontanee un lavoro. Sembra incredibile ma in Italia, nelle diverse regioni, ci sono dei raccoglitori che praticano questo mestiere e vengono addirittura considerati un patrimonio fondamentale e vitale dalle aziende erboristiche. Esistono vari tipi di raccoglitori di Montagna, Collina e Pianura a seconda del territorio e delle specie che esso offre liberamente. Nel territorio collinare esiste una grande ricerca erboristica, dato che, ad esempio, nell’areale dei Monti Sibillini crescono l’85% delle piante officinali del bacino mediterraneo.

Frammento tratto dalla lettera del Dott. Guglielmo Frattari, scritta il 30 nov. 2018 rigurado il progetto L’Erbolario della Sibilla. 

100%
Biologico

Le erbe spontanee sono prive di sostanze dannose perché crescono in posti difficilmente raggiungibili, senza inquinamento e naturalmente, senza alcun intervento da parte dell’uomo se non quello di essere raccolte.

100%
Stagionale

La stagionalità è garantita. Le erbe spontanee vengono raccolte solamente nei periodi della loro stagione e nella piena maturità delle piante perché solo così si può garantire il massimo del beneficio che esse possono darci.

100%
Freschezza

La freschezza delle erbe selvatiche è importante inquanto da essa dipendono i vari benefici che possiamo aspettarci quando le utilizziamo. Più la pianta è fresca maggiore sarà il beneficio che ci può dare.

Analisi SWOT

Piante Officinali Spontanee

Punti di forza

  • recupero saperi antichi
  • valorizzazione del territorio
  • Biodiversità
  • Raccoglitori specializzati
  • salvaguardia del germoplasma attuata da Giardini Botanici
  • la domesticazione attuata con specifici
  • Progetti di Ricerca
  • Banca del Seme e del Germoplasma

Punti di debolezza

  • raccoglitore autorizzato e formato (richiesta di permesso)
  • Cambiamenti dello stile di vita 
  • Mancanza tempo, che predispone all’uso di prodotti già pronti
  • Scarsa conoscenza degli usi etnobotanici e fitoalimurgici

Opportunità

  • alta domanda interna, predispone a crescita del settore 
  • associazionismo e cooperativismo 
  • marchi di qualità 
  • ricerca varietale per ottimizzare colture e la loro destinazione d’uso

Minacce

  • concorrenza della materia prima provenienti da paesi stranieri (coltivata o da raccolta spontanea, modesta per qualità e prezzo)

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Progetto L'Erbolaio della Sibilla cofinanziato dal POR MARCHE FESR 2014/2020 – ASSE 8 – OS 23 – AZIONE 23.1 – INTERVENTO 23.1.1 – Supporto alla competitività del made in italy attraverso lo sviluppo di “ambiti applicativi innovativi” ai fini della rivitalizzazione delle filiere produttive colpite dal terremoto.